Non sempre i baci arrivano subito a destinazione, talvolta hanno bisogno di tempo, fanno il giro più largo. Succede così al bacio della buonanotte che una sera la mamma lancia al piccolo Luigi: la finestra è così vicina che il bacio se ne vola via e inizia un viaggio che durerà una vita intera.
Luigi infatti lo ritroverà molti anni dopo, ormai adulto, forse vecchio, tra le cianfrusaglie di un mercatino dell’antiquariato.
Ed è proprio il banchetto dell’usato a diventare il luogo dove trasporre in scena questa trama: gli oggetti dimenticati che nessuno vuole più, illuminati da vintage abat-jours, piantane storte, lampade malandate, diventano via via i micro-scenari e i personaggi dei frame di un’avventura che gioca tutta sul crinale tra leggerezza e profondità.
Il bacio cambia continuamente forma, in ogni sequenza è rappresentato da un oggetto diverso: con un battere di ciglia passa dall’essere in volo in un cielo stellato a ballare dentro al pianoforte di un musicista jazz, dalla padella di un cuoco al fondale di un lago.
Il gioco è quello di accennare, evocare appena situazioni e ambienti, attivare l’immaginazione dello spettatore, risvegliare in lui sensazioni, lasciare che emozioni lo attraversino, ma subito poter voltare pagina, cambiare frame, spostare lo sguardo oltre nel banchetto e vivere una nuova trasformazione del bacio, una nuova avventura, un nuovo orizzonte, lungo la scia di un amore che non smette di propagare il suo messaggio.