C’era una volta una bambina di nome Isabella che non sapeva veramente quello che voleva. Anzi una cosa la sapeva, non voleva smettere di essere bambina. E come poteva fare se non lo sapeva. Allora un giorno si incammino’ per saperlo.
Due sorelle, per rassicurarsi la sera, si raccontano delle storie. Alla luce delle lucine notturne che popolano la loro stanza, e trasformando i loro abiti da flamenco in una varietà di oggetti diversi, le storie che raccontano prendono vita, e giocano a incarnare la loro versione adulta in divenire, oggetto delle loro paure e dei loro desideri… Le due narratrici giocano con il testo come con le età che evocano per narrare una sottile favola sul conflitto interiore che incontrano i bambini, divisi tra il desiderio che nulla cambi e la curiosità per questa trasformazione inesorabile che li attende, la difficoltà di crescere in definitiva. Un dialogo tra la nostra parte infantile e il nostro “essere adulti/e” in divenire. La danza e il canto si mescolano all’esuberanza del testo per offrire una dimensione sensibile alla storia di queste due bambine… a meno che Isa e Bella non siano in realtà due parti, due età, di una sola e unica bambina, Isabella. Questo viaggio iniziatico si rivolge ai bambini di oggi e a quelli che dormono ancora in ogni adulto, chiedendo solo di essere risvegliati.