Parma non dimentica Tommaso Onofri
La città si stringe alla madre nel decennale dell'uccisione.
Aveva solo 17 mesi quando, il 2 marzo del 2006, Tommaso Onofri, Tommy, venne prelevato dalla sua casa di Casalbaroncolo: non vi fece più ritorno.
Una vicenda, quella di Tommy, che ha tenuto la famiglia, la città e l'Italia intera con il fiato sospeso per un mese, fino al suo triste epilogo con il ritrovamento del corpo sull'argine dell'Enza, in via del Traglione.
A dieci anni dal quel gesto efferato la città non ha dimenticato Tommy e si è stretta in un abbraccio ideale alla madre Paola in occasione della santa messa che è stata celebrata nella chiesa di San Prospero nell'omonima località lungo la via Emilia.
Il vescovo, monsignor Enrico Solmi, nell'omelia, ha parlato di un fatto aberrante. “Siamo qui – ha detto – per pregare per tutti i bambini del mondo e perché Tommy preghi per noi”.
Il sindaco, Federico Pizzarotti, ha preso parte alla cerimonia portando il cordoglio della città per non dimenticare e per confermare il ripudio verso ogni barbarie, come quella commessa nei confronti del piccolo Tommy.
Anche se i responsabili di quella incredibile vicenda sono stati condannati, quella di Tommaso Onofri resta una ferita aperta nei cuori dei parmigiani. Mario Alessi fu condannato all'ergastolo, 24 anni per l'ex convivente Antonella Conserva e 20 per Salvatore Raimondi, che ha potuto beneficiare dello sconto di un terzo per aver scelto il rito abbreviato.
Gli occhioni azzurri di Tommy non si sono chiusi per sempre ma vivono in tutti coloro che lo ricordano e ancora oggi si chiedono il perché di tanta efferatezza.